I tartufi di san miniato sono ora una risorsa ben valorizzata attraverso un processo di commercializzazione attentamente costruito, curato, promosso da più Associazioni, che hanno fatto si che la piccola Sagra del 1969 sia giunta fino ad oggi con grandissimo successo, culminante nella Mostra Mercato Nazionale del Tartufo.  Spinti dalla “mission” comune che è quella di “fare sistema“, la macchina che viene messa in moto è quella di una struttura organizzativa efficiente che ha visto collaborare strettamente gli Enti pubblici, il Comune, le Associazioni locali, le imprese private i commercianti di tartufo e di tutti gli altri prodotti enogastronomici di eccellenza del territorio, Vignaioli,  Arte Bianca, etc.

La “Festa del tartufo”, come ormai tutti  noi la chiamiamo, nel tempo ha saputo collocarsi in una cornice ricca di monumenti, in maniera sapiente, mai uguale a se stessa, ma potenziata ogni anno, con iniziative collaterali che animano la città attirando un numero sempre più elevato ed eterogeneo di visitatori, che poi tornano, magari per conoscere meglio San Miniato, nel passato forse troppo esclusa dai circuiti turistici.

Il tartufo  è dunque un mezzo per rilanciare e valorizzare i beni artistici e culturali,  parte integrante esso stesso della cultura locale, tanto da fare della Sagra un momento per il quale tutte le Istituzioni lavorano, così da ottenere un’immagine di ritorno estremamente positiva per l’economia del territorio. I tartufi di San Miniato sono ricchezza per le strutture agrituristiche sempre più numerose nella campagna sanminiatese, per quelle alberghiere della città e delle frazioni, per i tanti ristoranti nei quali il tartufo è l’elemento qualificante di piatti tipici, per i negozi di San Miniato in cui il tartufo si sposa alla pasta, all’olio, alle carni, ai salumi, ai formaggi, fino addirittura a diventare aroma per dolciumi, cioccolata, miele, caramelle.

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