Nella ricerca ed escavazione è essenziale è poi il supporto di quei cani cui compete una parte sostanziale della ricerca. Comunemente questi non sono animali di razza, piuttosto meticci, ma dotati di buon fiuto, obbedienti, intelligenti e in grado di muoversi abilmente nelle zone più impervie, nei rovi più intricati, sempre in sintonia con gli ordini del tartufaio. Ecco perché è particolarmente adatto il Volpino italiano di piccole dimensioni , robusto e vivace. Si addestra, prima giocando con una pallina di stoffa per abituarlo al “riporto”, poi allo scavo, nascondendo un cibo gradito sotto un sottile strato di terra e poi più profondamente, ma anche facendogli annusare il tartufo, magari sotterrato insieme al cibo. Molteplici sono le varianti a questo metodo, ma lo scavo e il riporto costituiscono le fasi essenziali. Perfino la narrativa locale riporta, nei brevi racconti di Pier Luigi Tonelli legati alla storia, agli abitanti di Balconevisi e Corazzano, l’esperienza di vita di tanti tartufai. Nel racconto “ I’cCuccio”, compare il tartufaio Giuseppe Bertelli che abitava in una casa piuttosto malandata, particolarmente attento al rituale delle fasi lunari, perché convinto, come tanti, che influenzassero lo sviluppo dei tartufi, tanto da determinare la loro crescita ora in una zona ora nell’altra. “ In certe zone bisogna cercarceli a luna dura, in certe a luna tenera, e via di seguito, se tu li vo’ trovà; e questo è quanto !”. Sempre in quel racconto Tonelli ricorda come un buon tartufaio abbia bisogno, prima di tutto , di cani bravi, ubbidienti, ben addestrati e tenuti nel miglior modo possibile. I cani di I’cCuccio erano tre: la Mora, dal fiuto eccezionale, Stella, minuziosa nella sua ricerca, Ciuffo, “una vera forza della natura”; tre cani di taglia piccola ma robusti e con il pelo lungo e ricciuto adatto per penetrare nei cespugli più folti. Il loro padrone lo chiamavano I’cCuccio per quell’espressione forte con cui ordinava “cuccia!”ai suoi cani, per addestrarli all’uso del fiuto e a fermarsi, una volta localizzato il punto esatto del terreno sotto il quale il tartufo era nascosto.